Piove, incessantemente.
Le ore della giornata trascorrono scandite dai nostri appuntamenti yogici. La pioggia e il suo ticchettio ci accompagnano in questi giorni a Rishikesh. Lentamente cominciamo ad abituarci ai ritmi della sadhana. Sveglia ore 6.00, pratica di hatha yoga alle 6.30, colazione ore 8.15 meditazione dalle 9.30 alle 11.30. Pranzo ore 12, riposo e filosofia dalle 14.30 alle 16.00. Ogni pomeriggio abbiamo la possibilità di visitare un luogo di culto oppure scegliere di fare un' altra lezione di hatha yoga oppure fare un bel giro per la cittadina.
La pioggia sembra finalmente averci dato tregua, Guruji dice che lentamente andrà scemando e finalmente potremo godere della città con meno difficoltà. Trascorrere interi giorni sotto la pioggia incessante non è poi così male, ma i raggi del sole e la sua luce rendono le giornate e gli angoli di questa città più belli. La nostra sadhana continua, ogni giorno la consuetudine di ritrovarsi alle 6.30 per poi proseguire con il nostro cammino con la guida di Swami ji, è una gioia sempre più profonda. La mente irrequieta lentamente comincia ad acquietarsi, il corpo dolente per la postura meditativa diventa sempre più pronto all' immobilità. Sotto il nostro ashram, la cui posizione è sopraelevata rispetto alla strada e la vista sul Gange è meravigliosa, continua il pellegrinaggio degli indiani impegnati nel festeggiare questa festa nazionale. Si sentono i canti in lontananza e i clacson che strombazzano , nel silenzio della notte si può udire il suono dello scorrere delle acque del Gange, i ranocchi e qualche scimmia che ancora sveglia esprime la sua natura. Le scimmie, ce ne è ovunque e qui nell' ashram vivono due intere famiglie numerose di due specie differenti. È divertente osservare mentre giocano e si fanno i dispetti, saltando da un ramo all' altro con i cani che le rincorrono.
L'approccio con questa terra non è poi così semplice devi essere pronto ad accogliere un mondo del tutto diverso da quello occidentale, una mucca che ti passa accanto ruminando, una scimmia che cerca di rubarti il cibo, un mendicante che ti sorride e ti chiede di pesarti con la sua bilancia chiedendoti qualche rupia, motorini che sfrecciano ovunque, gente che cammina scalza sotto la pioggia, nel fango, famiglie che vivono sotto una tenda fatta di sacchi della spazzatura, nel migliore dei casi, nel peggiore, su un angolo di marciapiede coperti da un piccolo balcone che li ripara dalla pioggia monsonica. I canti a tarda sera sovrastano i rumori del traffico e si imprimono nella memoria, lo sguardo si perde all' orizzonte dove il Gange continua ancora il suo percorso e ringrazi per questo giorno trascorso.
– Cristina
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