New Delhi.
Siamo finalmente atterrati e, svolte le formalità per l'ingresso in questo meraviglioso paese, ci dirigiamo a Rishikesh. Il nostro mezzo di trasporto è un pulmino vecchiotto con i cavi elettrici scoperti, piccoli ventilatori che distribuiscono l' aria condizionata che a stento raffredda. Il traffico è intenso, le contraddizioni di questa terra sono già evidenti nei primi kilometri di tangenziale allontanandosi da Delhi.
Migliaia di veicoli che si intrecciano lungo l' autostrada, strombazzando e superando a destra e a manca, motocicli con due o più persone che sfrecciano rasentando il nostro pulmino, tuc tuc colorati, bancarelle a bordo strada, donne che passeggiano in abiti colorati, piccoli studenti in divisa, un uomo e la sua bicicletta da trasporto merci con indosso un casco da sturmtruppen... Benvenuti in India! Il viaggio per raggiungere Rishikesh via terra si è rivelato più lungo del previsto, una festa nazionale in cui la popolazione si riversa per le strade di tutta la nazione con canti, carri allegorici, musica, fischietti, ha intasato le strade. L'autista del pulmino ha dovuto cambiare strada più volte e più volte abbiamo sostato in coda.
Questo tragitto ci ha dato la possibilità di poter osservare con occhi curiosi l'India o almeno una piccola parte, e i suoi abitanti. I colori, gli odori, i mezzi di trasporto più disparati, i lavori più strani, la frutta nei mercati, gli animali che camminano indisturbati accanto all' uomo, ma anche il fango, le case diroccate , la sporcizia, l' aria puzzolente in alcuni tratti, la povertà, i bambini senza scarpe che giocano nelle pozzanghere fangose e ridono e sorridono.... Un viaggio lungo a tratti noioso, ma altrettanto interessante. A tarda serata finalmente raggiungiamo l' ashram che ci ospiterà e così dopo una cena frugale, ci possiamo riposare. Buonanotte Rishikesh.
– Cristina
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