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Maria Cristina Masserenti

La sofferenza un'occasione di indagine

Aggiornamento: 16 set

Quest’anno compio 50 anni, il 13 agosto.


“Il giro di boa” come si suol dire. Ho le rughe, qualche problemino con il ciclo mestruale, non mi sveglio tutte le mattine alle 5.30 per praticare o andare a correre. Ma mi sveglio lo stesso perché le mie abitudini per 20 anni sono state di svegliarmi a quell’ora.


insegnante che pratica yoga


Questi ultimi 13 anni mi hanno trasformato, la mia vita è cambiata radicalmente e continua ad accadere. Accade. Mi sono sempre detta:”Cri, voglio una vita tranquilla, a,a” come dice una canzone. Una vita fatta di routine, adoro la routine, mi fa stare nella zona di comfort con tutte le certezze. Ma evidentemente non sono programmata per rimanerci a lungo.


E così accade la sofferenza intorno a me e dentro di me. Un anno molto particolare questo 2023. Chi si occupa di numerologia forse avrà molto da raccontare. Io vi racconto e condivido la mia esperienza che forse è anche quella di chi ora sta leggendo, quella di chi leggerà distrattamente o per curiosità, quella di chi si sentirà coinvolto e prenderà spunto o forse no.


Insegnare yoga è un “lavoro” di responsabilità non solo per il corpo proprio e altrui, è un lavoro prima di tutto interiore, di cammino, di introspezione e indagine. Lo yoga mi ha salvato la vita tante volte ed è la mia risorsa primaria, l’approccio alla vita e alle difficoltà, l'apprezzare l'abbondanza dei sorrisi, della bellezza che mi circonda e il discernimento.


La fiducia che ciò che accade è per me tutto ciò che accade è per portarmi verso una maggiore consapevolezza ed evoluzione del mio spirito. La fiducia. Quando arriva la sofferenza è precisa, tagliente, ti lacera. Non solo la tua ma anche quella di chi ti circonda. Tutto è circolare e si ripete e il karma ti presenta il conto. Un conto salato che ti tocca liquidare a rate e provare a bruciare mantendoti sulla retta via e praticando.


Cosa?! La compassione verso te stessa, innanzitutto. Accoglierti per come sei, fragile e indifesa. La violenza del dolore staglia ogni cellula e stai lì a osservare per digerire lentamente e continuare a praticare amorevolezza.


Thich Nhat Hanh il grande Maestro, dice di ascoltarla la sofferenza e accoglierla come un bambino e cullarla lasciando che piano piano si stemperi, se continui a distrarti non troverai l'ingresso verso la serenità. Entrare dentro per sciogliere, e forse fluire. Ma è un lavoro, un lavoro intenso e richiede energia. Inutile chiedersi perché?! Non c’è una risposta precisa, c’è che sei qui per assolvere il tuo mandato in questa vita. C’è che siamo immersi e sommersi, distratti, evitanti, alla ricerca del piacere del proprio ego e non vediamo oltre.


L’atto di fiducia é un atto di volontà di credere che tutto ciò che accade è per noi, per me, per te. L’atto di volontà più importante è quello di amarti per come sei, non fare del male e fare del bene, purificare la mente, come dice il Buddha. Come dicono tutti gli insegnamenti, è un mantra che ripetuto più e più volte forse può liberarci almeno in parte dall’illusione che ci fagocita.


Ho quasi 50 anni, qualche ruga e non mi sveglio ogni mattina alle 5.30 per praticare o andare a correre. La mia sofferenza è la tua e provo ad accoglierla con tutti i miei limiti umani. La cullo nell’amaca quando sono sospesa, lascio andare le mie zavorre quando pratico a terra, la lascio fluire quando medito intensamente.  

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