Ironicamente e non tanto placidamente mi viene da condividere questa esperienza. L’infortunio, farsi male e doversi mettere a riposo. Non importa come sia successo, a me per esempio, è accaduto facendo una cosa che avevo fatto parecchie volte, ma si è verificato ora e forse, doveva andare proprio così.
E allora che si fa? Ci si organizza, già perché praticando e insegnando yoga c’è bisogno di un sostituto. E poi l’ansia di come gestire la vita casalinga e poi il cane, e insomma in un microsecondo scenari apocalittici investono la mente con le difficoltà più disparate e le visioni catastrofiche si susseguono. Ma io respiro... faccio un pò di pulizia mentale, mi concentro prima sul problema (dove mi sono fatta male e cosa posso fare per riprendere le miei piene facoltà fisiche) e poi con calma pianifico una vita diversamente organizzata. Et voilà.... la bellezza mi sorprende! Tutto si incastra e si distribuisce, chi mi circonda mi sostiene, la mia cara amica e collega Francesca, la mia dolce e preparatissima allieva Erika mi sostituisce, Marzia (già pronta ad insegnare) e Teresa fungono da modelle nelle lezioni di Shiva Flow ed io.... mi rilasso e lascio che tutto accada. Ognuno si esprime al proprio meglio e valanghe di aiuti pervengono da una moltitudine di persone. E allora, penso, che fortuna davvero, mi riprenderò rispettando i tempi di rigenerazione dei tessuti e in questa dolce attesa mi prendo del tempo per approfondire argomenti lasciati in sospeso, riprende in mano libri impolverati sul mio comodino acquistati nella speranza di trovare il tempo per leggerli e stare di più in famiglia.
Non nego le emozioni contrastanti che a volte mi hanno investito, il cuore in gola e le lacrime affacciate sull’ orlo delle pupille guardando il mio tappetino vuoto o con me sopra, avvolta da una coperta, seduta per poter assistere comoda a un workshop organizzato da mesi. Ma anche la felicità di vedere gli allievi sbocciare ed esprimere il loro potenziale, contribuendo a mantenere attivo il palinsesto delle lezioni (tante). La paura, in qualche istante, di non riuscire a riprendere la mia pratica in tempi veloci... ma è così che si lavora su di sè. Quando si presenta un ostacolo, anzichè remarci contro, lo guardi bene in faccia e lo inghiotti per digerirlo, per metabolizzarlo e trasformarlo in energia, in risorsa. E quindi niente, osservo gli effetti collaterali di un infortunio, i collateral beauty, la bellezza racchiusa in ogni situazione, seppur apparentemente dolorosa. Ecco, ho avuto il tempo anche di scrivere questo mio breve articolo da blog... che fortuna!
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