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Maria Cristina Masserenti

Quando lo yoga ti cambia prospettiva

Ricordo bene la mia prima lezione di yoga, io e un tappetino e altre 4 persone . Mi chiedevo cosa avremmo fatto... una mia cara amica mi aveva trascinata con entusiasmo. E via, inizia la lezione, si respira, che stranezza, e poi il cane con la faccia all’ insù e lo stesso cane con la faccia all’ ingiù... un cane.. e poi il bastone e la candela e il pesce..  tutti questi nomi e queste posizioni così... così faticose!!! Ma io sono una che non demorde, abituata ad alzarmi alle 5 per andare a correre tra il vento e la pioggia, il freddo invernale e la brina primaverile. E allora ci riprovo, e una lezione dopo l’ altra e una  dopo l’ altra ancora, comincio a sentire il mio corpo alleggerirsi e diventare sempre più  flessuoso. Comincio a sentire nuove sensazioni, comincio a respirare consapevolmente. 


E così le mie settimane scorrono velocemente nell’ attesa di quel giovedì mattina alle 7  per ritrovarmi sul mio tappetino. Io e il tappetino. Mistico rapporto. Quel rettangolo gommoso, antiscivolo e consumato. Quel rettangolo gommoso che accoglie un corpo che suda, un corpo che fatica , un corpo che, infine, si rilassa. Eh sì, quante storie potrebbe raccontare un tappetino, storie di emozioni,  di fatica, di anime che cercano la loro dimensione.


E così comprendo quanto praticare yoga sia meraviglioso, ma ciò non  basta. Praticare significa essere costanti, determinati e tenaci. A volte la pratica può  essere frustrante soprattutto per chi pretende da se stesso la posizione perfetta, succede, succede sempre, di entrare in competizione con il proprio ego. Ed è lì che si inciampa nell’ umanità , la competizione, ed è a quel punto che può capitare di farsi male per la troppa audacia e intraprendenza. Ed è lì, che impari. Impari ad aspettare, a calmare l’ entusiasmo e ad accettare, ebbene sì, i limiti che il corpo ti impone. E forse può nascere la rabbia o, addirittura,  la rinuncia, ma continuare nella pratica quotidiana è la scelta per chi non si scoraggia. E allora avanti, si inizia a praticare con una nuova consapevolezza nel rispetto di sè stessi e del proprio corpo. Già perché il corpo, il tempio sacro, va rispettato e amato, e lo yoga te lo insegna. Lo yoga ti insegna che respirare può farti stare bene, che usare il diaframma e le narici può essere incredibilmente calmante per la mente e per il corpo. Lo yoga ti insegna che è importante accettarsi e amarsi, ad aspettare e ad essere costante. La pratica ti riporta alla tua natura, ti ricongiunge a te stesso medesimo.


E cominci a leggere le scritture, la filosofia da cui nasce , gli scritti risalenti a più di 5000 anni fa ma che risultano così attuali e moderni, così vicini ai nostri problemi quotidiani , ai nostri quesiti che sono sempre gli stessi, la costante ricerca di ritrovare la nostra vera essenza. Lo yoga cambia la prospettiva, ci si avvicina a volte per un dolore alla schiena, per il consiglio di un amico, perché è di moda. Ma poi, non importa perché ci sei arrivato, importa che ora ci sei e provi ogni giorno a respirare e a fare un pezzo in più verso la tua evoluzione.


– Cristina

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