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Il cammino non è una “passeggiata”

  • sadhanayogaweb
  • 25 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

Le magliette, la lista, lo zaino, “Forse non posso venire..” “Ma come?” “Lavoro...” “Non

vengo ho la febbre”, “Posso venire anche io?!” E via via che l' itinerario prendeva forma

e il numero di partecipanti era apparentemente definito si susseguivano imprevisti!

E così, riusciamo a partire alle 5.30 di mercoledì 1 giugno da Porta Nuova in 6 , si è

aggiunta all’ ultimo Elisabetta da Milano e altre due donne in cammino ci avrebbero

raggiunto direttamente a Chiavari, luogo da cui siamo partite per il nostro cammino

trekking. Ad accoglierci le rimostranze chiavaresi e la responsabile di Tigullio trekking,

Donatella si è data un gran da fare con la sponsorizzazione del nostro cammino, foto

ufficiali con maglietta, caffè, focaccia per il pranzo e dopo tutto questo riusciamo

finalmente ad incamminarci: 9 donne , 9 storie , 9 universi! Come faccio a raccontarvi 5

giorni di passi in salita, discesa, gradini, sentieri impervi, paesaggi mozzafiato, bagni nelmare immenso, emozioni , itinerari reinventati... ci provo, proverò a scattare una

fotografia e descriverla anche nelle zone d’ ombra. Non è stata una passeggiata, le

difficoltà si sono subito presentate, cominciando con le salite impegnative e con alcune

di noi in difficoltà. Le nostre leader guida, Dona e Adri, ci hanno sostenuto e

accompagnato come delle vere giovani marmotte. Non sono mancati momenti di

tensione emotiva frutto della fatica e della stanchezza, ma stare nel gruppo significa

supportarsi a vicenda, portare consapevolezza alle proprie capacità e forze senza creare

attriti. Non è stato sempre facile, il cammino passa anche attraverso le emozioni, il

corpo, la paura, la fiducia. Il cammino è una esperienza intensa, che ci attraversa e si

imprime nelle cellule. E nei momenti di difficoltà ci riveliamo, ci esponiamo, nudi, con

le nostre fragilità. Ma passiamo agli incontri lungo l' itinerario che sono stati davvero

interessanti! La prima tappa a Montallegro è stata una vera e propria immersione nel

bosco, a pochi passi dal Santuario, le finestre delle nostre stanze affacciate sul golfo

sembravano cornici di un quadro e le stanze singole così semplici, un letto, un armadio e

un lavandino, ci hanno accolto in solitudine. Sembrava di essere in una versione ligure di

un ashram una insegnante di yoga vestita di bianco che cucinava, due camerieri serafici e

cordiali e il proprietario dell’ albergo ligure inside che ci parlava della sua terra con

fervida passione. Il secondo itinerario è stato davvero impegnativo con un sentiero

scosceso e impervio, ma ce lo siamo smazzato bene, giunte al termine della traccia nel

bosco ancora ci attendeva una strada asfaltata per arrivare alla meta. Ma sul sito c’era

scritto che davanti ad una chiesa bisognava chiamare Massimo che ci avrebbe dato

l’acqua! Già perché lungo il tragitto non c’erano fontane. “Massimo, Max, Massimoooo”

e finalmente Massimo e i suoi dreadlocks ci aprono la porta della casa parrocchiale,

accompagnato da un cane simpatico ci offre acqua fresca e un passaggio alla nostra

compagna di viaggio affaticata. Ad attenderci, al termine della tappa una casa

incantevole e i panettoncini liguri adagiati sul letto perfetto degno di una regina!

Cammina, cammina, le gambe, i polpacci, le caviglie, il sudore, lo zainooo.... si ma

quest’ anno eravamo super organizzate, zaino leggero che veniva riempito puntualmente

dal cibo che non mancava mai! Sali, sali e poi ti si apre il cuore , l’accoglienza dell’

immensità del mare che si fonde con il cielo e ti si apre la vita dentro e fuori e la fatica

scompare! Cammina e cammina nel bosco sotto il fruscio delle foglie e il tintinnio delle

nostre bacchette scende il silenzio.... e dalla capofila partono segnali di acquietare il

chiacchiericcio forse che forse una famiglia di cinghialotti sta attraversando il bosco con

noi e poi tutto d’ un tratto si sbattono pietre e bacchette rumorosamente per farli

allontanare... io in coda alla fila insieme ad altre due compagnie di viaggio ci guardiamo

e scoppiamo a ridere, lo so può sembrare un po’ sciocco ma la scena era davvero

divertente !!! Dal silenzio al baccano in men che non si dica con la paura isterica di

scontrarsi con un cinghiale di cattivo umore! Approdiamo in un agriturismo a gestione

familiare e che dire, personaggi alquanto originali, sembrava di essere in una altra

dimensione, tornate indietro nel tempo in una famiglia rurale in cui le comunicazioni

erano decisamente singolari! Un po’ burberi e un po’ gentili, un po’ simpatici e un po’

scorbutici. E via che il giorno dopo si riparte alla volta di Santa Margherita ma con tappa

a San Fruttuoso per poi imbarcarsi sul battello che ci avrebbe consegnato alla civiltà. A

Punta Chiappa il primo bagno per alcune di noi e per altre saluti al sole attorniate dal blu

profondo del cielo e del mare. Un primo approccio con l’ umanità è arrivato forte e

chiaro a San Fruttuoso dove la piccola spiaggia e gli scogli erano occupati da umaniaccalcati! E poi via mare verso Santa una piccola cittadina lussuosa con case bellissime!

Cena in spiaggia e poi nanna... per ritornare a Chiavari il giorno successivo e concludere

e chiudere il nostro cerchio, di donne, di sentieri, di Vie. Un cordiale signore che ci

augurava buona passeggiata alle 6 del mattino dell’ ultimo giorno, con gli occhi

stropicciati e ancora un po’ assonnata lo redarguisco rispondendo "camminata, il

cammino non è una passeggiata"!!!!

 
 
 

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